Daniele Curti, cambiare uscendo dalla comfort zone

Daniele Curti ha lavorato in primari istituti di credito dove diventa responsabile di funzione già a partire dai primi anni Novanta, cioè da quando inizia a gestire team di specialisti di tesoreria e trader dei mercati finanziari.  

Già qualche anno prima di andare in pensione prepara il terreno per potersi cimentare in nuove sfide, cercando stimoli differenti e rinnovando i propri obiettivi esistenziali. 

Daniele ama molto la sua famiglia, ma la comfort zone degli affetti non gli basta perché ha bisogno di quell’adrenalina che invece ritrova nella dimensione sociale.

Daniele incarna tutte le competenze soft skills tanto apprezzate oggi in ambito professionale e sociale: quando entra in un gruppo accende subito il buonumore e rende semplice costruire il gioco di squadra. Il carattere è schietto e trasparente, ma l’esperienza l’ha reso anche riflessivo e flessibile portandolo a sviluppare buone capacità empatiche e di ascolto, che gli consentono di sintonizzarsi con l’interlocutore che ha di fronte.  Gli amici di lui dicono che sarebbe stato anche un ottimo psicologo.

AB: “Quanti anni hai?”

Daniele: “Sessantacinque, li compio tra un mese circa!”

AB: “Sei sposato? Da quanto tempo?”

Daniele: “Sono sposato con Carmen dal 1987! Prima eravamo stati fidanzati per 5 o 6 anni”.

AB: “Hai figli e nipoti?”

Daniele: “Ho due figlie, Silvia che è nata nel 1990 e Monica nel 1993. Silvia è mamma di Giorgia di 4 anni e di Edoardo che ha 1 anno. Monica è mamma di Tommaso che invece di anni ne ha 2. Mi reputo davvero fortunato ad avere una famiglia così: mia moglie, le mie figlie, i miei nipoti…e adesso ho la fortuna di avere anche due splendidi generi e dei consuoceri davvero molto piacevoli, con cui collaboriamo benissimo nella gestione dei nipoti!  E poi ho ancora la mia mammetta Ernestina che ad agosto ne compie 87”.

AB: “Che lavoro facevi? Di quante persone eri responsabile quando hai lasciato?”

Daniele: “Ero responsabile dell’Execution Desk di Fideuram ISPB e gestivo 20 persone. Questo l’ultimo incarico. Tempo prima avevo guidato invece il Portafoglio Titoli, l’Execution Desk una prima volta e prima ancora la Tesoreria. Sono diventato responsabile di funzione già nel 1990, quando l’Istituto si chiamava ancora Banca Manusardi, e dove avevo iniziato a lavorare dal 1987.  La prima esperienza lavorativa risale invece al 1981 fino al 1987 in BNP Paribas, dove avevo svolto svariate attività: dalla Cassa all’Ufficio Estero passando per il Portafoglio Titoli, che allora era composto perlopiù da cambiali di sconto. Infine, ero arrivato in Tesoreria …

Scherzando dico ancora che nel 1987 mi sono sposato due volte: la seconda con Carmen e la prima con Banca Manusardi, che poi sarebbe diventata la Fideuram che oggi tutti conosciamo …”. 

AB: “Da quanto tempo sei in pensione?”

Daniele: “Ci sono andato con lo scivolo pensionistico della Banca a giugno del 2020, in piena pandemia e per questo non ho nemmeno potuto organizzare la festa che avrei voluto fare. L’Inps mi paga però dal gennaio 2023, quindi l’inizio della pensione vera è piuttosto recente”.

AB: “Come passi le giornate e come è cambiata la tua vita?”

Daniele: “La prima nipote è nata giusto due mesi prima che io smettessi di lavorare, poi sono arrivati gli altri due e quindi adesso c’è parecchio lavoro da fare …” (RIDE) “Ho sempre avuto tanti impegni, ma ultimamente sono aumentati. Non mi annoio, perché da tantissimi anni faccio parte di una società ciclistica e da quasi 10 anni sono il presidente della ‘O.S.L. 2015 Sesto’ di Sesto San Giovanni (Mi), che fa i campionati di calcio dilettantistici CSI e che ha un totale di 10 squadre e circa 200 atleti, dai 6 ai 35-37 anni. Come presidente desidero coinvolgere i genitori nelle attività della comunità parrocchiale. Non mi piace l’idea che ci piazzino lì i figli per toglierseli dai piedi. La sfida che voglio sempre vincere è quella di allargare gli orizzonti della comunità parrocchiale e coinvolgere le persone”.

AB: “Posso chiederti come vi finanziate?”

Daniele:“Ci autofinanziamo e raccogliamo donazioni. Qualche anno fa avevamo usufruito di un bando a fondo perduto, che era stato stanziato proprio per le società dilettantistiche. Tieni presente che da noi sono tutti volontari e non abbiamo personale stipendiato, nemmeno gli allenatori. Per questo ce la facciamo!”

AB: “Come si passa dal mondo del trading finanziario ad una vita come quella che stai facendo ora?”

Daniele:“Credo di aver avuto una buona capacità di organizzare questo passaggio per tempo. Ho cercato per quanto possibile di pianificare le cose che volevo fare e che avevo bisogno di fare. Già dieci anni fa sono diventato presidente della O.S.L. 2015 Sesto. Ero ancora nel pieno della mia carriera lavorativa ma già pensavo al dopo. Per fortuna allora non c’erano tutti gli atleti che ci sono adesso e poi non erano ancora nati i nipotini, altrimenti non ce l’avrei fatta a conciliare il tutto con l’attività lavorativa”.

AB: “Più difficile gestire le persone o stare al passo con le evoluzioni informatiche e digitali?”

Daniele: “Gestire le persone, decisamente! La relazione è sempre l’elemento da curare di più”.

AB: “Quale è stato il momento più bello della tua carriera professionale e quale il più brutto?”

Daniele:“Sicuramente il più brutto è stato quando, nel 2006, il nuovo Direttore Finanziario mi aveva messo a capo del Portafoglio Titoli, attività che non era nelle mie corde. Avvertivo una sfiducia totale nei miei confronti e sentivo che la sua intenzione era quella di mettermi in difficoltà. Sono stato in crisi per più di un anno e lì ho rischiato davvero di andarmene perché stavo impazzando. Il momento più bello invece è stato il periodo immediatamente successivo, perché poi sono quasi rinato dalle mie ceneri come l’Araba Fenice. Non mi sono arreso dunque, e grazie ad un episodio fortunato e al supporto del mio vice, un Daniele come me, poi sono riuscito a prendermi tutte le mie rivincite”.

AB: “Cosa raccomanderesti ad un giovane che entra adesso nel mondo del lavoro?”

Daniele: “Gli raccomanderei di informarsi su quello c’è da fare e da imparare, prima ancora di chiedere quanti giorni di ferie e di smartworking gli spettano.

Una volta eravamo forse meno colti, ma decisamente più umili. Io la mia gavetta l’ho fatta e anche oggi un po’ di umiltà ci vorrebbe ancora!”   

AB: “Oltre a stare con i nipoti, alla presidenza del calcio e al ciclismo, ti avanza tempo per altro?”

Daniele:“Macché, sono molto occupato perché la presidenza della squadra è davvero un lavoro a tempo pieno. Del resto, è quello che cercavo e che voglio … perché mi conosco bene e so che non può bastarmi il solo affetto della famiglia. Ai miei nipoti voglio un bene dell’anima, ma morirei se mi occupassi solo di loro perché ho un continuo bisogno di stimoli, di nuovi obiettivi e ostacoli da superare ogni giorno.  E’ tutto ciò che mi fa sentire vivo”.

AB: “Pratichi ancora sport?”

Daniele: “Certo sono sempre stato un ciclista e pratico ancora. Mi alleno circa due volte alla settimana. La routine di allenamento prevede un impegno infra-settimanale con gli amici e una uscita domenicale con il mitico gruppo ciclistico ‘I Do’Roeud’.  Il giro domenicale è un percorso di 90 km. Questa società ciclistica è nata 35 anni fa e io oltre ad essere stato uno dei soci fondatori, per un periodo ne sono stato il presidente. L’agonismo l’ho fatto solo per circa 5 anni, negli anni Novanta”.

AB: “Quali sono alcuni dei cambiamenti nella tua fisiologia che hai notato con l’età e come compensi?”

Daniele:“Con il passare degli anni ho notato che le mie prestazioni sono calate, anche se cerco di allenarmi sempre bene. Prima le uscite domenicali prevedevano una lunghezza di almeno 100 km, a volte anche 140 km.  Adesso la media è 90 km. Sono sempre stato un ‘passista’, nel senso che vado forte su percorsi di resistenza anche abbastanza irregolari – il cosiddetto ‘mangia e bevi’ — e su questi io non ho mai smesso di andare forte: non trovo molta gente che mi supera! Però è nella salita — che già prima era il mio tallone d’Achille – che adesso faccio veramente schifo! I miei amici dicono che sono peggiorato perché mi scoraggio più facilmente rispetto a prima”.

AB: “Mi dici una qualità positiva e una negativa del tuo carattere?”

Daniele: “Mah…è difficile attribuirsi qualità e difetti. Mi dicono che sono un buon comunicatore e che tengo unito il gruppo. Negli anni sono migliorato molto anche grazie al lavoro che facevo e per come cercavo di gestire le risorse. In ufficio c’era gente che tutti giorni sistematicamente mi presentava problemi personali e io negli anni ho imparato a non essere solo un capo e a pormi anche in modo diverso, a seconda delle situazioni. A volte ero l’amico e il collega, altre lo psicologo o il confessore. Come difetti mi dicono che perdo facilmente la pazienza. Questo mi capita però in ambiti diversi da quello in cui sono chiamato a gestire normalmente situazioni complesse”.

AB: “Quali sono i tre aspetti non negoziabili della tua vita?”

Daniele: “Beh, la famiglia è un punto fermo.  Poi non potrei fare a meno dell’amicizia e delle persone che mi sono accanto da più di cinquant’anni, cioè da quando ho iniziato a frequentare l’oratorio. Non sopporto invece la supponenza delle persone che vogliono tutto e subito e non sono disposte a fare sacrifici!

Oh scusami, ora devo proprio andare perché i ragazzi mi stanno aspettando”.

AB: “Ok Daniele. Grazie e in bocca al lupo per tutto!”

Aris Baraviera, Milano, 29 marzo 2024

Corrado Montrasi

Author: Cormon

Fino al 2009 mi occupavo solo di finanza. Poi la svolta: la passione per la scrittura e per lo sport mi ha portato a diventare Giornalista Pubblicista collaborando con testate nazionali di running e di wellness. Sempre per queste testate ho curato l'avviamento dei canali Social (FB,Twitter e LinkedIn) e progetti editoriali. Laurea in Teoria delle Comunicazioni. Mi occupo sempre attivamente di Giornalismo e Comunicazione. Sono socio fondatore di Job4anta e Direttore Editoriale.